Affermare i diritti dei minori significa tutelare il diritto dei figli ad avere rapporti costanti ed assidui con entrambi i genitori. PAPA' SEPARATI è un nome scelto con molta attenzione, perché indica la diffusa condizione dei padri, separati dai figli, ostacolati nello svolgere il loro ruolo educativo dei figli minorenni, sia per orientamenti della giurisprudenza, sia per comportamenti escludenti. .
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La guerra dei Roses sulla pelle dei bambini

CRONACHE

DOPO IL DELITTO DI PERUGIA: «MA LE MADRI USANO LA VIOLENZA PSICOLOGICA»

«Percosse e minacce: dai padri separati 20 reati al giorno»

23/8/2006 di L. D. I.



ROMA. Venti reati al giorno, oltre settemila all’anno, pochi omicidi ma molti episodi di violenze e minacce commessi da padri separati spesso per vendetta contro le ex mogli. Un problema che i fatti di cronaca hanno tristemente riportato sotto i riflettori.

Maria Burani Procaccini (Forza Italia), presidente uscente della commissione parlamentare per l’infanzia, snocciola i dati, raccolti attraverso un’indagine del ministero dell’Interno. Si tratta di «reati di disperazione», chiarisce la Burani, «a cui bisogna guardare per comprendere il dramma di centinaia di migliaia di persone, un magma in cui poi si nascondono le follie latenti come quella consumatasi purtroppo ieri a Perugia».

Un tema che investe anche la legge sull’affido condiviso approvata durante il governo di centro-destra e su cui interviene il sottosegretario del ministro della Famiglia Rosy Bindi, Chiara Acciarini. La legge non va cancellata ma ha dei difetti, sostiene la Acciarini che annuncia che il governo cercherà di modificarla con il contributo dell’opposizione.

Gli uomini non sono più colpevoli delle donne, è la reazione ad essere diversa, si difende Ernesto Emanuele, presidente dell'Associazione papà separati. «Spesso i padri o i genitori che non hanno ottenuto l’affido facilmente - dice - perdono la testa, gli uomini ricorrono alla violenza fisica, mentre le donne soprattutto alla violenza psicologica». L’indagine, che non comprende i reati di mancato versamento dell’assegno mensile a moglie e figli fa anche capire che bisogna sperimentare nei fatti la nuova legge sull’affido condiviso «per vedere se assicurerà davvero la bigenitorialità», dice la Burani. E soprattutto rende fondamentale monitorare il comportamento di entrambi i genitori.

«Non vogliamo criminalizzare nessuno, è bene che ci sia una valutazione e che il bambino sia considerato detentore di diritti». Se la colpa non è tutta da imputare ai padri, è vero anche che l’87 per cento degli uomini non chiede l'affidamento «mostrando meno interesse per la sorte dei propri bambini». Ai padri, dunque, «bisogna far capire il valore della paternità. Il bambino viene visto come uno strumento per far del male alla consorte. L’uomo si rifà una compagna e dimentica le esigenze del bambino».

Ma le madri, contro gli ex mariti, spesso usano l’arma di un’accusa infamante come quella di atti di libidine ai danni dei bambini per tenersi i figli, avverte dal canto suo Emanuele che fa notare anche che le denunce degli uomini contro le loro ex mogli vengono archiviate molto più spesso rispetto a quelle depositate dalle donne. Sulla creazione di un’Authority per il bambino e l'unificazione della giurisdizione dei minori, chiesta dall’esponente di Fi replica il sottosegretario Acciarini.

«Condivido la posizione del dialogo, non è una questione su cui dividersi, il ministro Bindi vuole mettere mano al diritto di famiglia in generale, all’istituzione del tribunale della famiglia». Ma innanzitutto monitorare la legge sull'affido, che ha lati positivi, come aver posto al centro l’interesse del minore, ma anche molte lacune. «Vogliamo capire cosa non va, la legge è stata fatta affrettatamente e sta dando problemi non indifferenti di applicazione. Faremo delle proposte e cercheremo il dialogo in Parlamento».

Che abbia dei limiti lo riconosce anche Emanuele che con la sua associazione è stato tra i fautori dell’affido condiviso, «un grosso passo avanti perché nessuno dei due genitori ora ha il possesso totale del figlio e quindi ci vanno entrambi più cauti». Sulla violenza contro i bambini la Acciarini propone un approccio ampio che affronti nel complesso la violenza all’interno delle pareti domestiche. Lo definisce «un problema culturale» che va risolto cercando di capire cosa può fare la scuola, come aiutare le madri vittime e complici delle violenze dei padri, «agendo indirettamente attraverso l’istruzione, soprattutto delle donne».

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Per la verita' ci vengono segnalati frequentemente casi di violenza fisica compiuta direttamente da madri o dai loro nuovi compagni che vengono denunciate, spesso senza che poi vengano presi provvedimenti, anzi provocando piuttosto misure restrittive nella frequentazione dei figli proprio nei confronti di chi e' stato vittima di violenza. Non si ritiene corretto - anzi diffamatorio - questa generalizzazione della colpa nei confronti dei padri, rimarcando lo stereotipo che agirebbero in modo violento e per vendicarsi, usando i figli. Sono generalizzazioni diffamatorie e pericolose, analoghe alle diffamazioni che hanno subito gli ebrei prima dell'approvazione delle leggi razziali. Nella realta' si scopre che le depressioni e gli episodi di rabbia o di disperazione nascono piuttosto dal senso di impotenza maschile nel riuscire a dare ai propri figli una famiglia stabile e garantire loro una relazione genitoriale serena ed equilibrata.

Discussione sul forum di papaseparati

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